Troppo spesso quando parlo di pensioni sento dire ”tanto in pensione non ci andrò mai”.
E’ diventato un luogo comune ed è vero, nel senso che la pensione statale sarà talmente bassa che dovremo continuare a lavorare, oppure farci mantenere dai figli. L’alternativa è diventare milionario.
Ma come è nata la pensione in Italia?
Nel 1919 venne istituita la Cassa nazionale per le assicurazioni sociali ( CNAS) è divenne obbligatoria (si occupava di invalidità e vecchiaia).
Nel periodo fascista nacque l’INFPS (istituto nazionale fascista della previdenza sociale) che gestiva l’invalidità, la vecchiaia e la disoccupazione. Questo sistema era “contributivo”, le pensioni si calcolavano in base ai contributi versati.
Nel dopo guerra l’INFPS si trasforma in INPS ancora oggi in vigore che nel 1969 passa dal sistema contributivo a quello retributivo. In pratica la persona che andava in pensione aveva diritto a ottenere un importo vicino all’ultimo reddito ( anche se aveva contribuito con poco negli anni passati).
Un bagno di sangue, la corsa a guadagnare di più negli ultimi anni precedenti alle pensioni, per non parlare poi delle baby pensioni.
Questo passaggio contributivo a retributivo ha portato ad aumentare ulteriormente il debito pubblico
Amato e Dini cambiano il sistema pensionistico ritornando al sistema contributivo, con un sistema tipico italiano: si rende effettivo il ritorno al contributivo dal 1996 con un sistema misto.
Arriviamo ad oggi con la coppia Monti Fornero:
- innalzamento età pensionabile
- nuova categoria degli esodati
Tutti coloro che hanno iniziato a lavorare dopo il 1996 andranno in pensione in base ai contributi versati realmente rivalutati in base alla crescita media degli ultimi 5 anni del PIL italiano.
Come vedete il problema della pensione di vecchiaia è sempre più grave e tutti siamo investiti. Che fare?
Sempre di più è indispensabile ricorrere alle pensioni integrative.
Questo ci insegna che sempre di più dobbiamo pensare noi al nostro futuro.
Ed è questo il momento!
Chiamami.